domenica 25 settembre 2016

TIR-ati in ballo - 8° puntata


Eravamo consapevoli di vivere il grande sogno americano, perché è quello ke si dice sempre, il sogno Americano. Il grande presidente Ciampi c ha lasciati da poco ma noi eravamo consapevoli d nn mollare, dovevamo mandare avanti la nostra missione anche per onorare il suo contributo. Ciao, Presidente. Ciao, Presidente, Presidente. Spero tu stia tra li agi ke solo un Presidente merita, tra li oro e le corone con i turbanti e le gemme. Io e Frank Sega portavamo il nostro carico per le Americhe, eravamo come i due poliziotti super tonici ke inseguono i cattivi per i cinque continenti. Frank Suonava la sua armonica, eravamo dentro il sogno americano. Il grande, unico, imprescindibile sogno americano. Ricapitolando, eravamo in America per aiutare un grosso nome politico (ma nn posso dire il nome, siamo pur sempre in campana elettorale) a prendere i voti (elezioni politiche, non i voti per il sacerdozio, anche perché per queste cose suppongo ke neli Usa - United States of America abbiano un sistema tutto loro basato sulla statistica) ma, dopo un inaspettato ritiro, si era ritirato ed eravamo in cerca di nuove avventure, nn volevamo tornato nelle nostre rispettive nazioni. Così, dopo una lunga procedura presso la burocrazia americana, avevamo superato la burocrazia americana. Eravamo integrati nel giro, nei meccanismi su cui si basa la burocrazia americana. Vi ho raccontato alcune tappe del nostro viaggio, sembravamo Cristoforo Columbus e il suo fido aiutante, scopritori di gioielli e terre popolate da donne bellissime. Ed ora eravamo finalmente giunti a destinazione. Eravamo in Nevada, abbandonata la strada principale eravamo finalmente pronti a consegnare il nostro carico. C sentivamo soddisfatti, nn capita tutti i giorni d essere accaldati ma al volanti di un tir. Eravamo tir-ati in ballo! E volevamo ballare, goderci fino all'ultima goccia questo liquido ke è il grande sogno americano. Ricordo un cartello, una specie di recinzione, divise. E delle luci ke puntavano sulle pupille di Frank Sega (ke nel frattempo contava dollari da un portafoglio ke nn sembrava il suo). Eravamo sul viale del ritorno, soddisfatti, di aver compiuto quello ke può tranquillamente essere definito il sogno americano. Stavamo guidando una macchina, eravamo coscienti ke quello fosse il momento per tornare a vivere le nostre rispettive vite. Tutto molto tranquillamente, come è sempre stato. Dopo ciò le nostre strade si divisero per un po', ma come si dice in questi casi, questa è un'altra storia.
Adriano

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