domenica 25 settembre 2016

TIR-ati in ballo - 8° puntata


Eravamo consapevoli di vivere il grande sogno americano, perché è quello ke si dice sempre, il sogno Americano. Il grande presidente Ciampi c ha lasciati da poco ma noi eravamo consapevoli d nn mollare, dovevamo mandare avanti la nostra missione anche per onorare il suo contributo. Ciao, Presidente. Ciao, Presidente, Presidente. Spero tu stia tra li agi ke solo un Presidente merita, tra li oro e le corone con i turbanti e le gemme. Io e Frank Sega portavamo il nostro carico per le Americhe, eravamo come i due poliziotti super tonici ke inseguono i cattivi per i cinque continenti. Frank Suonava la sua armonica, eravamo dentro il sogno americano. Il grande, unico, imprescindibile sogno americano. Ricapitolando, eravamo in America per aiutare un grosso nome politico (ma nn posso dire il nome, siamo pur sempre in campana elettorale) a prendere i voti (elezioni politiche, non i voti per il sacerdozio, anche perché per queste cose suppongo ke neli Usa - United States of America abbiano un sistema tutto loro basato sulla statistica) ma, dopo un inaspettato ritiro, si era ritirato ed eravamo in cerca di nuove avventure, nn volevamo tornato nelle nostre rispettive nazioni. Così, dopo una lunga procedura presso la burocrazia americana, avevamo superato la burocrazia americana. Eravamo integrati nel giro, nei meccanismi su cui si basa la burocrazia americana. Vi ho raccontato alcune tappe del nostro viaggio, sembravamo Cristoforo Columbus e il suo fido aiutante, scopritori di gioielli e terre popolate da donne bellissime. Ed ora eravamo finalmente giunti a destinazione. Eravamo in Nevada, abbandonata la strada principale eravamo finalmente pronti a consegnare il nostro carico. C sentivamo soddisfatti, nn capita tutti i giorni d essere accaldati ma al volanti di un tir. Eravamo tir-ati in ballo! E volevamo ballare, goderci fino all'ultima goccia questo liquido ke è il grande sogno americano. Ricordo un cartello, una specie di recinzione, divise. E delle luci ke puntavano sulle pupille di Frank Sega (ke nel frattempo contava dollari da un portafoglio ke nn sembrava il suo). Eravamo sul viale del ritorno, soddisfatti, di aver compiuto quello ke può tranquillamente essere definito il sogno americano. Stavamo guidando una macchina, eravamo coscienti ke quello fosse il momento per tornare a vivere le nostre rispettive vite. Tutto molto tranquillamente, come è sempre stato. Dopo ciò le nostre strade si divisero per un po', ma come si dice in questi casi, questa è un'altra storia.
Adriano

mercoledì 7 settembre 2016

TIR-ati in ballo - 7° puntata


Gente, il viaggio sembrava la vita dell'uomo in 2000 anni di storia vissuta, roba da uomini veri, di quelli ke guardano l'uragano in faccia senza fiatare, con in mano solo la tavola da surf, pronti a sfidare quella grande ondea chiamata Vita. Il nostro viaggio ne li States (USA) continuava, io e Franco Sega eravamo ormaila coppia d'ora, guidevamo un grosso tir contenente un carico prezioso, eravamo noi i responsabili, i super tonici. Franco Sega, grande punto di riferimento, Maestro di karate e di karattere, suonava spesso l'armonica, muoveva i baffi, leggeva qualche passo d quella versione della bibbia americana ke c aveva regalato l'amico James qualche tempo prima. Frank Sega era sempre disciplinato come un samurai, leggero come una hippie e calmo come un maestro zen. A volte, però, emergeva il lato + malinconico e pensiero di Franco Sega, la sua voce profonda cedeva il passo al silenzio, dei lunghi paesaggi irregolari ke dovevamo costeggiare, percorrere, superare: in qualche modo vivere. Non importava come, eravamo noi i super Tir-ati in ballo. Ed era in quei momenti ke anch'io mi isolavo e pensavo bene a muovere i pettorali a tempo, seguivo il rombo del motore, 1 motore ke aveva incominciato a capirci, avevamo domato il grande sogno americano? No, d + gente, avevamo strafuso tutto, eravamo al top come solo li americani potevano capire. Eppure, il percorso x arrivare a dominare le strade americane, da est a ovest, da nord a sud, da est a nord, da ovest a sud, da nord a ovest, da sud a est, da est a sud, da nord a est, da ovest a est, da sud a nord, da ovest a nord, da sud a ovest non era stato certo semplice, dovevamo padroneggiare molte incognite. Oggi vorrei parlarvi di come eravamo giunti a tanto superando la temibile burocrazia americana. Si sa, li States (USA, United States of America) sono il paese delle opportunità, ma d certo nn lasciano nulla al caso. Come sapete, avevamo terminato da poco un lavoro presso un noto politico ke forse aveva cambiato mestiere (lì, ne li USA, United Stase of America, non è come da noi, se fai politica poi t viene la volia di esplicare il sogno americano) ed ora volevamo + tranquillità. Così c facemmo assumere come camionisti. Ma nn era facile, anche se avevamo tutti i documenti in regola. In primis dovevamo dimostrare di essere in gamba. Ma c riuscimmo, nn penso ke si siano pentiti della scelta. Compilammo tutti i moduli correttamente, dove c'era da segnare il nome bisognava scrivere il nome, dove c'era da segnare il cognome bisognava scrivere il cognome, dove c'era da segnare la nazionalità bisognava segnare la nazionalità, dove c'era da segnare il livello di istruzione bisognare segnare il livello di istruzione. E così via. Dove c'era da segnare ogni recapito bisognava segnare ogni recapito, dove c'era da segnare il livello d'inglese bisognava segnare il livello d'inglese, dove c'era da segnare le motivazioni personali bisognava segnare le motivazioni personali. E così via. Dove c'era da segnare l'ultimo lavoro svolto bisognava segnare l'ultimo lavoro svolto, dove c'era da segnare la tipologia di patente posseduta bisognava segnare la tipologia di patente posseduta, dove c'era da segnare i dati sensibili bisognava segnare i dati sensibili. E così via. Dovevamo segnare tutto quello che c'era da segnare, allora nn c'era ancora l'incubo terrorismo ma erano cmq già molto precisi e burocratici. E noi, da europei scopritori d'oro, d +. In realtà però c andò bene xké in quel momento due dell'azienda alla quale avevamo fatto domanda aveva licenziato 2 camionisti x pratiche illecite. Così fummo assunti senza problemi. Il grande sogno americano iniziava così, alla faccia della burocrazia americana e d ki c vuole male.
Adriano

martedì 14 giugno 2016

TIR-ati in ballo - 6° puntata



Eravamo dei veri cowboy, ma nn quelli ke segui nei film amigo, bensì quegli interpretati dai grandi attori al cinema. Eravamo due super mandrilli, attraversando li States (USA, United States of America). Erano anni difficili, la guerra fredda era finita ma si respirava tante cose. M. Pannella all'epoca era ancora vivo, se ci penso nn posso concentrarmi come vorrei. Anche allora c'erano già repubblicani e democratici, in mezzo noi, Io and Frank Sega, il duo superbomba al top, in giro per il continente con il nostro tir, per una consegna importante. Avevamo superato vari controlli amministrativi, molto severi, ed eravamo pronti per agire. Frank Sega suonava la sua armonica, era un uomo colto e leggeva sempre la bibbia americana ke ci avevano regalato, probabilmente qualcuno durante questo viaggio. Eravamo vicini a Dallas, Frank lesse la parabola del buon samaritano: raga questa parabola è molto importante, però dobbiamo capirla. In quei giorni un buon samaritano stava pompando in palestra. All'improvviso dalla stazione radio avvisarono ke 1 gruppo nn ben identificato di teppisti era arrivato in città. Sapete cosa fece il buon samaritano? Beh, come prevedibile, quattro granate, mitra AK-47 e classica fascia rossa sul capo. Era pronto x far rispettare la legge. Così c sentivamo noi, due stalloni rombi di tuono. Avevamo terminato da poco un lavoro presso un noto politico ke forse aveva cambiato mestiere (Lì, ne li USA, United Stase of America, non è come da noi, se fai politica poi t viene la volia di esplicare il sogno americano) ed ora volevamo + tranquillità. E niente può essere più tranquillo d un bell'incontro di boxe, a Dallas ce lo godemmo tutto. Vicino a noi un uomo di colore (lo riconoscemmo xké era di colore) c parlò di come questo sport sia molto popolare, c parlò del grande Mohammed Alì, allora nn poteva sapere ke il grande pugile sarebbe mancato proprio in questi giorni. Ciao Alì, metti K.O. li angeli ke nn rispettano i diritti. Io dissi a quell'uomo ke ero 1 stallone siciliano, made in Italy pure originale, no contraffazione. Col bacco ke rimango in stivali di gesso! Lui chiese se sapevo combattere, io dissi ke ero il top e lui già voleva organizzarmi un incontro. Vola come una f35 super bolide, pungi come 1 bisonte inferocito, sarebbe il mio motto. Ma dovevamo andare, nn c'era tempo, Frank Sega mi disse ke dovevamo andare, mi presentò anke un uomo ke sembrava Donald Trump, solo ke a differenza di quello ke si sta candidando alla Casa Bianca (la casa chiamata così xké si trova nel cuore de li USA, United Stases of America) era molto + giovane. Io avevo chiuso con la politica, ora volevano farmi entrare nel mondo della boxe ma anche se dovevamo essere come il buon sameritano della parabola, l'America era piena d sfacettatura e noi eravamo in missione.
Quell'uomo, ke sembrava Trump, ci disse ke lui poteva farci combattere contro il suo campione, io le dissi ke nn potevamo entrare in politica xké adesso faceva caldo e nn potevamo sudare continuamente, in pratica le spiegai la differenza termica tra i due continenti. Frank Sega era serio, x lui quell'uomo c avrebbe sistemati a vita, io invece era tranquillo, avevamo superato la burocrazia americana ed ora il nostro tir era pronto a rimettersi in viaggio. L'uomo di colore si avvicino nuovamente, insistesse dicendo ke dovevo combattere nell'incontro del secolo, da lontano vidi anke l'uomo ke sembrava Trump pronto a farci combattere con il suo campione. Era la metafora dell'america nera e di quella bianca, e noi eravamo pronti a tentarla. Ma nn se ne fece nulla gente, il caldo stava aumentando e noi nn volevamo restare a Dallas ancora x molto. Eppure avremmo riscritto senz'altro la storia di questo paese, combattendo e dando messaggi importanti come M. Alì, il super pugile recentemente scomparso. Ciao Alì, riposa in pace, tu e i tuoi guantoni belli grossi. Insieme a M. Pannella sono sicuro ke starete pestando li infiltrati ke nn hanno pagato il biglietto. Mentre ripartivamo Frank Sega controllava bene ke tutto fosse in regola. Ma c fermammo. Dong, fine della sesta ripresa. Nn potevamo lasciare ke tutto filasse così, ke quelle persone ke avevano visto in noi un così alto potenziale restasse all'asciutto. No, questo nn poteva essere l'epilogo. Così tornammo dentro e salutammo sia l'uomo di colore ke voleva farmi entrare nel mondo della boxe, sia l'uomo ke sembrava D. Trump.
Adriano

sabato 30 aprile 2016

TIR-ati in ballo - 5° puntata


Gente, il nostro viaggio nei contorni deli USA continuava senza sosta, senza freni inibitosi, immersi tra sacro e profondo.
Pultloppo all'epoca nn potevamo immaginare ke il grande Prince (in italiano "Il Principe") venisse a mancare troppo presto, altrimenti quando a Denver incontrammo il suo manager dell'epoca, io e Frank Sega (in italiano "Franco Sega") nn ce lo facessimo scappare due volt. Scarica elettrica 2000 volt ahahah. Come sapete eravamo in viaggio da capo a capo deli USA (United States of America) x delle consegne di 1 grande azienda ke ci aveva incaricati (e credetemi, nn potevano scegliere persone migliori). Col bacco ke me caliente el sol!
Avevamo superato tutti i test della burocrazia americana, molto severi su certe cose, dunque viaggiavamo tranquilli. Fu a Denver ke incontrammo il manager della star. Parlammo durante a lungo, ci sintetizzò sui meccanismi del mercato discografico americano e internazionale, su come le band emergenti cercano d sfondare. Quando intuì la solidità dei miei pettorali abbassò la cresta, capì ke nn si trovava dinanzi ad 1 stallone qualunque. Quando intuì ke io ero italiano (perché Frank Sega, cioè Franco Sega, è svizzero) disse ke conosceva anche alcuni cantanti italiani, ma nn proferì nome. Considerate ke all'epoca nn c'era ancora Laura Pausini o Biagio Antonacci, al massimo Eros Ramazzotti ma il nome è difficile da pronunziare x 1 straniero. Disse anche ke io sembravo già 1 rockstar affermata, sarà ke il fisico e la potenza del vostro Adriano nn passa certo inosservata, ma sicuramente se avessi voluti ora sarei a cantare nei maggiori stadi del mondo, con la mia rock band e milioni di gente da tutto il globo.
Mentre Frank Sega (Franco Sega) era in giro nn so dove, quell'uomo mi raccontò dell'animo nobile di Prince (in italiano "Il Principe"), ma disse ke lui doveva seguire certi interessi del mercato. Capivo perfettamente, annuivo con il capo, ma non dissi "stappo stappo" ahahahah. Poi ci salutammo. Lui andò via. Ripenso ancora alla sua quiete descrizione del divo di Minneapolis (cioè Prince, in italiano "Il Principe"). Prince (in italiano "Il Principe"), era un uomo schivo, schivo di nome e d fatto, sicuramente. Ma grande uomo di spettacolo, sul palco. Il palco della Vita, quella con la V maiuscola, però, nn lo contenne bene ed evaporò troppo presto, dopo aver scritto però pagine e pagine e pagine e pagine di melodie intoccabili intramontabili. Ne sto fischiettando 1 proprio adesso mentre scrivo. Principessa e Rambo, i miei due gatti, mi osservano in silenzio, consapevoli che solo 1 genio assoluto della musica può esprimere simili cose, il vostro Adriano. Ora quel pensiero suona quasi come 1 premonizione.
Rimessi in viaggio, Frank Sega (Franco Sega) mi disse ke il manager di Prince aveva perso il portafogli ma per fortuna dentro nn c'erano documenti o soldi. Quella volta era stato fortunato.
Ciao Prince, Piccolo Principe, Piccolo grande genio incompreso. Ripensandoci, ora suona quasi come 1 premonizione.
Adriano

giovedì 3 marzo 2016

TIR-ati in ballo - 4° puntata


Ma non era il momento per le chiacchiere, quello. Io e Franco Sega eravamo ripartiti consapevoli di star vivendo un'avventura nel continente più libero e spericolato, il continente europeo. Infatti era come se avessimo l'Europa dentro di noi, ma guidando sulle strade de li States (USA, United States of America).
Avevamo incontrato tanti personaggi importanti, e anche quelli semisconosciuti (in quanto nn pronunziati dai media) c avevano lasciato grossi messaggi dentro. Ma più di tutto eravamo riusciti a superare la burocrazia americana, e questo era per noi motivo d'orgoglio, segnalo sul foglio ahahah.
Franco Sega, maestro di karate e di karattere allietava con il suo strumento super ritmico, l'armonica di Franco Sega. 
Ricordo quando capitammo nella famosa Las Vegas, giocammo e vincemmo anche 1 bella cifra, ora nn ricordo esattamente quanto e poi nn posso dirlo pubblicamente, semplicemente xké erano dollari. I famosi dollari. Infatti dovete sapere che nn è come da noi, lì ne li USA (United States of America) usano il dollaro come monete. Ma ovviamente intendo come moneta ma anche banconota, nn è ke usato come moneta il dollaro e invece come banconota un'altra valuta, sarebbe troppo complicato, quando dico moneta intendo quindi moneta in senso globale, moneta e banconota, in questo caso usata nel senso di moneta mezzo di pagamento metallico (di solito è così). Moneta e banconote, li dollari, quindi. Invece noi non usiamo il dollaro, ricordate? Las Vegas era proprio come l'avevo sempre vista riflessa nei docufilm di Piero Angela, piena di luci e colori. Las Vegas, l'apoteosi del sogno americano, dove tutto si può concretizzare, basta avere la voglia di sognare, essere nel posto giusto al momento giusto con i tipi giusti manca solo Max Giusti ahahah. Col bacco ke me calienta el sol! Io sembravo Tom Cruise alla ricerca del bingo vincente, avevo il sorriso del temerario, le donne americane e non mi guardavano sognando l'impossibile, io lasciavo la camicia leggermente aperta x far intuire il livello, era ovvio ke sembravo il dio del Sole in mondovisione, dio Sole. Invece Franco Sega nn diceva nulla, le luci colorate forse lo infastidivano, infatti mise degli occhiali da sole nuovi x proteggersi tutto. Sembrava un blues bronden, ma moderno, anche se racconto nel passato. Di quella pazza notte nn ricordo tanto, Franco sparì dalla mia visuale radar x alcune ore, poi lo vidi ad un tavolo di poker giocandosela alla grande. Ma nn ricordo altro, probabilmente qualcuno aveva messo qualcosa nel mio cocktail? I servizi segreti? Forse la consegna ke portavamo era qualcosa + grande di noi. No, raga, nn posso credere ke dietro c sia la CIA (famoso ente americano), sarebbe troppo cinematografico. Mille luci, facce distorte, poi la voce di Franco Sega (dal viso imperturbabile, giocava a poker con gli occhiali xké le luci le davano fastidio) sembrava modificata. Sentivo tipo "dopo andiamo al mio matrimonio, facciamo in fretta dai" ma chissà a cosa si riferisse. Franco si è sposato, quella notte? Chissà, nn le chiesi nulla xké nn volevo destabilizzare il nostro viaggio, ad ogni tappa riuscivamo a far quadrare il ceco. Quando ripartimmo era come se lui fosse di fretta, forse fuggiva dai fantasmi del passato, tutte quelle luci avevano fatto riaffiorare pensieri e angosce ritenute erroneamente sopite ed invece ancora vive? E poi già eravamo destabilizzati dal fatto ke dovevamo convertire i gettoni in dollari, ke sarebbe la moneta utilizzata nel nuovo continente, cioè li USA (United States of America), consapevoli ke il dollaro l'avevamo importato noi in quanto l'America l'abbiamo scoperta noi ma quando siamo arrivati nel Nuovo Mondo probabilmente già usavano questa moneta quindi abbiamo preferito lasciare così xké erano già abituati così. Moneta inteso moneta metallica e banconota, in senso lato, non solo monte metallica. Quando mi riferisco solo alla moneta metallitica vi avviso. Invecele le monete derivanti dalla conversione dei gettoni risuonavano squillanti nelle mie orecchie, sembravo Simbad alla corte di Aladino, il re dei rap. In questo caso ho inteso la moneta come moneta e banconota, nn solo come moneta metallica, poiché la conversione dei gettoni fornivano soldi e nn potevano darci solo monete intese come monete metalliche. Quindi in questo caso intendevo moneta e banconota, quando intendo solo la moneta metallica vi avviso. Però nn ricordo esattamente quanto avevamo vinto, o forse nn posso dirvelo xké questo splendido blog potrebbe essere controllare dalla CIA e nn è il caso di fornire informazioni top secret.
Però eravamo consapevoli di aver vissuto un'avventura incredibile nella città delle luci, Las Vegas, detta la città delle luci, dove nn si dorme mai. E forse il grande Franco Sega portava li occhiali nuovi e l'anello al dito proprio x nascondere le occhiaie, in fondo era la nostra grande notte, la notte di Las Vegas, la città delle luci. E il nostro viaggio ripartì presto, avevamo una consegna da compiere. Ricordo bene la voglia di Franco di portare a casa quella missione, gridava "parti partiii!"

venerdì 5 febbraio 2016

TIR-ati in ballo - 3° puntata


Eravamo consapevoli di vivere un'avventura ingredibile, Io e Franco Sega, maestro di vita, di karate e di karattere sembravamo due camionisti alla corte di Re Sole, solo ke il Sole l'avevamo noi, e c seguiva sull'asfalto ke solo noi.
Io e Franco Sega, infatti, ci eravamo lasciati alle spalle un periodo travagliato, un noto politico americano c aveva preso di mira, ed ora eravamo come due rinnegati, due Renegades. Solo ke eravamo in regola con la legge, infatti avevamo superato tutti i test alle quali la burocrazia americana c aveva sottoposto, ed ora guidavamo il tir più possente sulla costa ovest. Al servizio d 1 importante azienda dovevamo portare a termine la consegna. Ben presto il nostro viaggio sulle strade americane c portò lì dove l'uomo può ritrovare se steso. Riflettendoci ora, col senso di pois, credo ke nel futuro, quando li robot c studieranno, nn potranno nn valutare i tragitti percorsi e ricostruirli valutare tutte le concatenazioni. Come se fosse 1 grande ricostruzione scenica dell'uomo. Ben presto il vostro Adriano e Franco Sega, ke teneva alta l'attenzione suonando l'armonica, giungemmo in 1 di quelle comunità dove si condivide tutto e si vive in pace (secondo loro). C'erano belle ragazze, facce pulite. Si coltivava il frumento, il rapanello, altre cose tipiche d quei luoghi. Un tale kiamato James aveva tutta l'aria d essere 1 specie di guida spirituale. Sapete come gira neli States (Usa, Stati Uniti d'America), no? È pieno di sette, strani gruppi ke inneggiano alla fine del mondo oppure ai valori primordiali, o altro ancora. Questo James c trattò bene, la sua comunità era innocua e voleva solo il benessere ecologico. Mentre Franco Sega girava per la comunità x controllare la situazione, James parlò a lungo. Io ascoltavo concentratissimo. Ma notai subito ke James nn poteva competere con il fisico del vostro siciliano de fuego, super scolpito e al top senza stop.
Mi regalò anche 1 copia d 1 certa bibbia americana, sapete lì ce ne sono a bizzeffe. Alcune nn differiscono dalla Bibbia ke tutti abbiamo imparato a conoscere, altre cambiano qualcosa. Alcune sono anche con i personaggi di Star Wars al posto dei guerrieri vichinghi. Quella mi regalò era un po' strana, disse ke mi poteva allietare durante il lungo viaggio. Ma ripeto raga, era piuttosto strana. Non era la solita Bibbia. La rilegatura infatti non era perfetta e le decorazioni lasciavano molto a desiderare. Nn puoi regalare al super Adrianone intercontinentale 1 cosa del genere, fai brutta figura a prescindere. Sulla copertina le decorazioni ostentavano un lusso ke nn le appartenevano. Le pagine erano leggermente ingiallite. In ogni caso, visto ke James aveva già perso la sfida a distanza del pettorale + tonico contro il vostro Adriano (e nn poteva essere altrimenti), decisi di accettare il prestigioso volume, splendido nelle incisioni antiche ke decoravano la copertina. All'interno c'erano alcune differenze, ad esempio la figura del fabbro, un personaggio misterioso ke creò 1 kiave unica al mondo e disse a Gesù: vai e prendi questa chiave, ma ricorda, nn la dare a nessuno, al momento giusto t servirà. In quel periodo le invasioni erano tante, e mentre i buoni erano in minoranza numerica, Gesù si ricordò di quella chiave, chiamo alcuni dei suoi discepoli (esattamente l'arciere, il troll e il messicano maestro dei coltelli) e disse: "prendete la chiave e fate ciò ke serve o il mondo finirà nel giro di mezz'oretta". Il troll allora prese la chiave ed andò ad aprire la porta del bunker segreto, con dentro tutte le armi. Si mise la fascia in fronte, impugnò il super mitra e con le cartucce di traverso si poggiò sulla rupe + alta e iniziò a sparare. Sembrava l'inferno. Intanto l'arciere e il messicano maestro dei coltelli espugnavano la fortezza unendo le forze, grazie alle granate al napalm e usando i loro poteri contro li invasori. I nazisti retrocedevano, saltando in aria pian piano si guadagnava lembo di terra. Il loro fuhrer nn sarà contento, stavolta. Un libro utile, l'avrei portato con me a letto e letto durante il viaggio. Intanto, quando Franco Sega tornò con alcuni oggetti, eravamo pronti a ripartire.
Adriano

giovedì 4 febbraio 2016

TIR-ati in ballo - 2° puntata


Eravamo consapevoli di vivere un'avventura all'insegna della Libertà, viaggiare on the road sulle strade del continente americano. Ki l'avesse sognato? Ho io la lunga soluzione dell'enigma: se saremo liberi, in futuro li uomini del futuro ci studieranno, parleranno tra loro e convergeranno ritenendoci tali, così anche l'uomo del futuro ne approfitterà convergendo dati e documenti in altri.
Io e Franco Sega, maestro di vita e di carattere, eravamo sul nostro tir per un'importante azienda. Avevamo bruciato le tappe in fretta, la burocrazia americana e le sue contingente nn c avevano impedito di realizzare un nostro grande sogno, essere liberi, liberi come un'aquila alla quale possono togliere tutto ma nn il becco.
Franco Sega, maestro di vita, di karate e di carattere, in alcune occasioni chiamavo Frank Sega. Ma lui nn si girava mai. Continuava a suonare la sua armonica, sembrava uscito da un grande film, un film girato lungo le strade della California, distribuito in tutte le sale della Vita. Quella grande Onda ke è la Vita, da domare e cavalcare a petto nudo, mai voltarsi indietro, baby. C capitò + volte di costeggiare il mare, come sapete li USA (United States of America) son bagnati da un grande flusso d'acqua salato, un mare pericoloso ma ricco di fascino. Bionde mozzafiato sulle spiagge, ricordo ancora quando io e Frank Sega (cioè Franco Sega) salvammo alcuni bagnanti da pericolose presenze marine. Ora nn volio dire ke si trattasse di squali gente, quelle cose lasciamole ai film di Steven Spenberg. So solo ke quando io e Frank Sega (cioè Franco Sega), sostavamo in spiaggia (ne li Stati Uniti nn si + parcheggiare in spiaggia, quindi andavamo in spiaggia solo a goderci il sole), nn potemmo restare inerti dinanzi alle urla agghiaccianti di alcune persone. Baby, vuoi il sollevamento pesi? Ahahahah. Frank Sega (cioè Franco Sega) era in giro a controllare la situazione, ma io eccome se intervenii. Bionde dal fisico da urlo avevano bisogno. Bisogno, arriva Adriano e nn è un sogno ahahah. Sembravo Adone, però californiano. Dal corpo statuario, un dio greco.
Salvai tutto, le bestie marine vennero respinte, ora non sto a raccontarvi troppi particolari xké poi devo uscire. Posso solo dirvi ke, super stratonico, le bbone mi squadravano da testa a piedi, sembravo un re dell'Olimpio.
Appena uscii dall'acqua conin braccio le strabbone, tutte mi guardavano e speravano di essere salvate anche loro dal vostro Adriano. Come darle torta! Anche un capo bagnino, superato in velocità dal vostro stallone sicilian, voleva inizialmente competere ma, visti i pettoali strasonici del vostro siciliano del fuego, battè subito in ritirata, come dicono in giro.
Il bagnino veniva chiamato da tutti mastro d'Orzo, un tale ke diceva di essere di origine italiano. In realtà si capiva ke nn era vero e lo diceva solo x fare colpo. Veniva chiamato mastro d'Orzo, pare di origine italiana. Sospetto non lo fosse. E anche se come vi dicevo, il tipo chiamato mastro d'Orzo diceva origini ke nn le appartenevano solo x inscenare commedia, il vostro Adriano la vede lunga. Il tipo veniva chiamato Mastro d'orzo, bagnino di origini italiane, avevo trovato un altro italiano ke poteva capire i nostri usi, ma naturalmente nn poteva competere col vostro Adriano. Lui veniva chiamato mastro d'Orzo, bagnino di origini italiane. Quando torno Frank Sega (Franco Sega) con alcune sacche, capii ke era giunto il momento di continurare il nostro viaggio.
Frank Sega mi chiese di posizionare alcune sacche dietro in mezzo al carico. Ok Frank, così dai un'occhiata al tutto.
Adriano

mercoledì 3 febbraio 2016

TIR-ati in ballo - 1° puntata


Il vostro Adriano siciliano de fuego e Franco Sega, maestro di vita, di karate e di carattere, avevamo ormai intrapreso la carriera di camionisti sul territorio de li Stati Uniti d'America (USA, United Stated of America), superando tutti i test ke la burocrazia americana (de li Stati Uniti d'America, USA) c aveva imposto (come spiegato nella scorsa puntata). Eravamo pronti x sfrecciare sul nostro tir super aerografato ke solo Magnum P.I. potrebbe permettersi. Franco Sega teneva il ritmo con la sua armonica, sembrava la leggenda del pianista sull'oceania, lui sembrava un grande artista da quanto era immedesimato nella parte. E io, con fisico scolpito dal dio della California, sembravo Conan il barbaro ma con la patente. Scolpito dai km ke solcavamo come 2 centauri contro i mulini a tempo, il famoso romanzo europeo in cui un noto personaggio immagina di allungare le stagioni e poter comprare sempre grano xké tutto è annullato. Ed europei eravamo noi. Ma soprattutto cittadini del mondo, in quando coscienti di vivere e respirare lo stesso ossigeno ke personaggi leggendari (grosse rockstar e altro) avevano respirato prima di noi. Eravamo cittadini del mondo in quanto non eravamo solo camionisti, ma stavamo respirando lo stesso ossigeno di nomi importanti. Faccio solo un esempio? Buffalo Bill, x esempio, al di là di quel ke si può credere nn era così crudele, anzi fece liberare Toro Seduto. Ve lo dice il vostro Adriano, provate ad entrare in 1 biblioteca americana e kiedere 1 volume in prestito se ne siete capaci, capirete così la vera Storia, la Storia scritta tra le catene montuose di 1 grosso continente, li States (Stati Uniti d'America, USA), ke portarono da noi cose molto importanti tipo i jeans. Prima nn avevamo i jeans ma solo calzamaglie colorate (avete mai visto i filmati del Rinascimento? Guardateli e capirete cosa intendo), li uomini del Rinascimento indossavano solo calzamaglie colorate, invece ne li USA (United Stated of America), i cowboy già indossavano jeans, con tanto di cinturone x la colt. E qui vigeva solo 1 parola, la parola della tua colt. Colt in flagrante ahahahahah!
Franco Sega sudava spesso x il gran caldo, ma allietava con la sua armonica e poi ero tranquillo, ogni tanto sostavamo e lui controllava ke il carico fosse a posto. Tante furono le mete del nostro viaggio e le persone ke vedemmo alla luce, ma di questo ve ne parlerò nelle prossime puntate.
Adriano

martedì 2 febbraio 2016

TIR-ati in ballo - INTRO




Rieccomi gente, avevo dimenticato la password e ho avuto problemi con blogspot, come già in passato con Splinder.

Intro

Quella che sto per narrarvi, raga, non è la solita storia. E' la storia di due mandrieri ke decisero di intraprendere ungrande viaggio, alla guida de li Stati Uniti d'America (USA, United Stated of America) x conoscere i luoghi, li usi, li costumi, li ndiani ancora rimasti vivi.
Diversi anni fa, il vostro Adriano siciliano de fuego e Franco Sega, maestro di vita, di karate e di carattere, c trovavami sul territorio de li Stati Uniti d'America (USA, United Stated of America).
Ancora nn si parlava di terrorismo, di Alkaida, di Isis, di armi psicobatteriologiche, c'eravamo solo noi e il continente americano, quello scoperto da noi Europei, i conquistadores venuti a bordo di grosse imbarcazioni piene di tesori da donare ai Maya in cambio di spezie, frumento, legumi secchi ke da noi nn si potevano acquistare (forse 1 editto di qualche duca aveva proibito la libera circolazione nel nostro continente, quello Europeo, ke diede i Natali a personaggi illustri come Galileo alias Galilei, Leonardo Da Vinci, Lorenzo il Magnifico, Giotto, Re Carlo Magno, i vari importanti personaggi ke hanno caratterizzato la nostra Storia).
Diversi anni fa, il vostro Adriano siciliano de fuego e Franco Sega, maestro di vita, di karate e di carattere, c trovavami sul territorio de li Stati Uniti d'America (USA, United Stated of America).
Avevamo da poco prestato servizio presso un noto uomo politico e sentivamo l'esigenza di cambiare aria, ormai eravamo rimasti delusi dal suo comportamento (credo nn volle + candidarsi) e prima di dividerci, io e Franco Sega prestammo servizio come camionisti, per alcuni mesi, presso una grossa azienda. Nn posso fare il nome xké nn capireste la pronuncia.
Ma ben presto dovemmo scontrarci con la burocrazia americana, ovvero la burocrazia de li Stati Uniti d'America (USA, United Stated of America), ke nn era certo dal tocco delicato nei confronti di due uomini ke avevano deciso di scrivere la loro Storia.
Così, sfidando la burocrazia, c facemmo assumere e viaggiammo in lungo e largo. Eravamo liberi come un'aquila ke, selvaggia, è pronta ad addentare la sua preda nello stagno. Franco Sega suonava la sua armonica, sembrava un personaggio di Sergio Leon, i suoi lunghi baffi scandivano le note con maestrie. Ricordo ke mi diceva sempre: "appena sostiamo provo a controllare un attimo sul retro ke tutto stia a norma."
Tante furono le mete del nostro viaggio, ma di questo ve ne parlerò nelle prossime puntate.
Adriano