Pensieri di Adriano

Gente oggi mi è venuto in mente, x tutta 1serie d 1circostanze  ke nn vi ho mai parlato di mio padre, 1 figura molto importante nella mia vita, come 1pò x tutti, ki + ki -, nel bene nel male, pari pari, a capo e maiuscola. Non ve ne ho mai parlato xkè nn mi piace miscelare il caldo e  il freddo, il pubblico e il privato, il sesso e lamore. Ma poi mi sono detto: il blog è uno strumento avanzatissimo di comunicazione, perkè no?

Mio padre, nome di battesimo G. (può essere un nome a caso, da considerare a titolo indicativo), aveva grande personalità. Era un uomo allantica, come solo noi siciliani certe volte sappiamo essere, e severo, ma spesso me ne fregavo.

Ne ho davvero combinate di tutti i colori, ma credo ke ciò mi abbia tonificato e ora capisco limportanza di fare attività fisica.

Autodidatta, pur non avendo mai fatto grandi studi nella sua vita, come Pio del resto, amava e coltiva la poesia. Anzi si esibiva in diverse manifestazioni in qualità di poeta estemporaneo, riscuotendo un discreto successo. Amava i proverbi, le poesie, le rime (baciate, capovolte, incatenate e con una scollatura da paura ahah).

Ricordo benissimo, gente, ke ogni volta, prima di cenare, ci leggeva i suoi noiosissimi sonetti (scritti da lui su unagendina dalla copertina marroncina): le mie sorelle Carmela, Greta e Rosy lo assecondavano (tipica usanza femminile), mentre io, che puntualmente avevo 1 fame da mangiarmi il tavolo, spesso sbadigliavo per fargli capire di smetterla, ma lui niente, continuava finchè non la finiva. Più sbadigliavo e più lui continuava, sembrava di essere in un racconto del re del thriller, Stephen King. Ke gente!

Questo rituale della lettura della poesia, si ripeteva tutte le sere alla stessa ora, e x quanto laffetto ke un figlio nutra nei confronti del proprio padre sia qualcosa che neanke un mandrillo può mettere in discussione, posso pronunziare qui ed ora, senza timore di smentite (benpensanti la mia autobiografia la trovate a pagina 777 di televideo-adriano-superstallone siciliano ahahah) ke quelle circostanze mi prendevano dritto dritto allanimo umano. Proprio come nel celebre detto siculo, cu voli puisia, venga n Sicilia!

Poi, quando la misura fu colma, concentrandomi tantissimo, architettai uno scherzo a dir poco esilarante.

Ricordo ke 1 giorno avevo fatto questo scherzo: avevo scoperto ke ogni volta riponeva lagendina dalla copertina marroncina, dove riportava i suoi versi danteschi, nella tasca interna della sua giacca preferita, quella ke nn si toglieva di dosso ke raramente. Ma nonostante questo, con uno stratagemma (si era addormentato dopopranzo e ovviamente aveva appoggiato la giacca da una parte) riuscii ad entrare in possesso della misteriosa agendina. Aggiunsi ad una sua poesia dei versi scritti appositamente da me, imitando la sua calligrafia incerta, pregustando con un ghigno simpatico la mia piccola vendetta. La sera, prima di cena, G. (cioè mio padre, il padre del vostro Adriano, cioè io) venne a tavola, e si sedette. Quindi trasse lagendina  dalla tasca (lavevo ovviamente rimessa al suo posto), laprì. Poi sfogliò le pagine e finalmente cominciò a leggere tutta la poesia senza accorgesene! ahahah! Nn vi dico le risate ke mi ero fatto con le mie sorelle...robe da mandrilli brilli ke ricevono gli squilli! ahahah!

E questa era mia storia di mio scherzo a mio padre!

Mr. Adriano chiavi in mano faccia visita al Sultano